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Dispepsia: ricorrere al gastroenterologo in caso di digestione lenta

In cosa consiste la digestione?

La digestione consiste in un insieme di processi funzionali alla trasformazione e alla riduzione dei principi nutritivi assunti durante l’alimentazione in sostanze più facili da essere assorbite. La digestione coinvolge un numero piuttosto esteso di organi e inizia già all’interno della cavità orale, area in cui l’apparato dentale svolge un’azione di triturazione del cibo, funzionale ad agevolare il successivo lavoro compiuto dall’esofago, dallo stomaco, dal duodeno e dall’intestino. Partecipano al processo digestivo anche il pancreas, che secerne gli enzimi digestivi necessari alla sintesi delle sostanze assunte durante i pasti, ed il fegato.

A volte, però, la digestione è lenta oppure scarsa, e comporta non pochi problemi alla persona: rivolgersi ad un gastroenterologo può aiutare a risolvere eventuali problematiche. Approfondiamo insieme questa tematica.

Cos’è la dispepsia

La dispepsia, patologia comunemente riconosciuta come “cattiva digestione”, determina un’alterazione delle normali capacità digestive dell’individuo, causando dolore, bruciore e fastidi nella zona addominale frapposta tra le coste e l’ombelico. Questo genere di malesseri tende, in particolare, a verificarsi subito dopo i pasti, ovvero quando il processo digestivo viene attivato.
La patologia, che interessa circa 1/5 della popolazione adulta, tende a produrre sintomi differenti in funzione della sua specifica natura.
Esistono, infatti, almeno 3 tipi fondamentali di dispepsia: quella biliare, quella intestinale e, in ultimo, quella di origine nervosa.
Tra i fattori di rischio in grado di determinare o accentuare i sintomi propri della malattia possono aggiungersi cause quali stress, eccesso di alcol, fumo e altre malattie collaterali in grado di intaccare il normale funzionamento degli organi deputati alla digestione.

Cattiva digestione: i sintomi principali

La dispepsia comporta nella maggior parte dei pazienti una sintomatologia chiara e fastidiosa, che si propone con dolori intensi allo stomaco. A dolori e bruciori possono accopparsi fenomeni quali eruttazioni, vomito, flatulenza, borborigmi intestinali, nausea e diarrea.
Come detto, i sintomi tendono a comparire in maniera più evidente in seguito ai pasti principali della giornata, causando gonfiore addominale, senso di pesantezza, rigurgito acido ed una sgradevole sensazione di pienezza.
Tra le implicazioni connesse al profilarsi della malattia, può essere presente anche l’alitosi, conseguenza diretta del prolungato ristagno del cibo nello stomaco.
Più rara e generalmente meno invalidante è la presenza di sintomi quali sonnolenza, emicrania, deficit dell’attenzione ed irritabilità.

Quali sono le cause della digestione lenta?

Molti medici ripetono spesso che la digestione inizia a tavola: è vero, infatti, che mangiare in maniera troppo veloce, non riservandosi il tempo necessario a consumare ogni pietanza senza fretta, può essere estremamente deleterio. I ritmi incalzanti di uno stile di vita frenetico, infatti, possono indurre il soggetto a masticare il cibo meno del dovuto, complicando in maniera consistente l’intero processo di digestione e causando, a lungo andare, conseguenze invalidanti.
Consumare i propri pasti in maniera troppo veloce, inoltre, porta ad ingerire, oltre al cibo, anche grandi quantità di aria, che ostacolano a loro volta il processo digestivo e possono causare fenomeni di aerofagia e meteorismo.

Cosa fare quando si soffre di digestione lenta? I nostri consigli

Affinché quanti soffrono di dispepsia possano contenere al massimo i disagi connessi alla loro condizione patologica, è necessario, in prima battuta, mangiare in maniera lenta, masticando lungamente. Importante è altresì identificare a monte tutti gli alimenti in grado di influire negativamente sull’efficacia del processo digestivo, eliminando dalla propria dieta i cibi che causano acidità gastrica. Allo stesso modo, è opportuno correggere la propria alimentazione, sottoponendosi a scrupolosi controlli medici come una visita gastroenterologica che può evidenziare la presenza di allergie, intolleranze o altro.

Visita gastroenterologica in caso di dispepsia

In questo senso, dunque, consultare un esperto in gastroenterologia può rivelarsi una scelta proficua per identificare il problema e per combattere in maniera efficace la patologia.
Il consulto medico, infatti, è particolarmente importante per tutti i soggetti che lamentano dolori molto acuti e disturbi persistenti, specie se accompagnati a dimagrimento, vomito e disappetenza.
Durante la visita, lo specialista svolge un’attenta anamnesi, raccogliendo con scrupolo tutte le informazioni necessarie a tracciare un quadro clinico chiaro sul quale basare il successivo esame obiettivo. Per perfezionare il processo diagnostico, il medico può chiedere lo svolgimento di accertamenti ed esami volti, in primis, ad escludere la natura estemporanea della sintomatologia ravvisata dal paziente e, in seconda battuta, ad accertare lo stato patologico.
Per diagnosticare una dispepsia funzionale possono essere necessari esami quali analisi dell’helibacterpylori, ecografia, radiografia, gastroscopia, risonanza e tac.