L’ernia cervicale è una patologia che interessa il rachide cervicale, ovvero le vertebre situate nella parte superiore della colonna vertebrale (C1-C7), i cui sintomi possono variare notevolmente da caso a caso o addirittura mancare del tutto.
Per la corretta diagnosi dell’ernia cervicale tecniche di imaging come la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TC) sono fondamentali. La Patologia può essere trattata farmacologicamente o on altre terapie nei casi più lievi, ovvero può richiedere l’intervento chirurgico nei casi di maggiore severità.
Che cos’è l’ernia del disco cervicale
Come detto l’ernia discale cervicale è una condizione che colpisce la colonna vertebrale, nella sua porzione superiore, vicino al collo. Per comprendere meglio cosa sia, è necessario fare un breve excursus sull’anatomia della colonna vertebrale. Questa è composta da vertebre, separate tra loro da dischi intervertebrali, i quali agiscono come ammortizzatori, assorbendo gli shock e permettendo la flessibilità della colonna.
Con il termine “ernia cervicale”, ci si riferisce alla condizione per cui il nucleo di uno di questi dischi, situato nella regione cervicale, fuoriesce dalla sua posizione normale. La fuoriuscita del nucleo polposo può portare una compressione o uno schiacciamento sulle radici nervose o sul midollo spinale vicino.
Sintomi ernia cervicale:
I sintomi dell’ernia cervicale sono vari, ecco i tre più comuni:
- Dolore al collo e rigidità: Uno dei primi sintomi dell’ernia cervicale è il dolore nella regione del collo. Questo dolore può variare da lieve a intenso e può essere aggravato da movimenti improvvisi o dalla permanenza in una stessa posizione per lungo tempo. La rigidità del collo è anch’essa comune e può limitare l’ampiezza di movimento.
- Irradiamento del dolore: Il dolore causato dall’ernia cervicale può irradiarsi verso altre parti del corpo, come le braccia, le mani o le spalle. Ciò avviene perché l’ernia può comprimere i nervi che si estendono dal collo fino agli arti superiori, provocando una sensazione di dolore, debolezza, formicolio o intorpidimento lungo il percorso di questi nervi.
- Mal di testa occipitali: Un altro sintomo tipico dell’ernia cervicale sono i mal di testa che hanno origine nella parte posteriore della testa (regione occipitale) e possono irradiarsi verso l’alto fino alla fronte. Questi mal di testa sono spesso il risultato della compressione nervosa nella regione cervicale superiore e possono essere accompagnati da altri sintomi come sensibilità alla luce o al rumore.
Le cause dell’ernia cervicale
Le cause dell’ernia cervicale sono varie e spesso interconnesse. Tra i fattori più comuni vi sono:
- Degenerazione del disco: Con l’avanzare dell’età, i dischi intervertebrali perdono acqua e diventano meno flessibili, aumentando il rischio di rotture e erniazioni. Questo processo naturale di invecchiamento è una delle cause principali dell’ernia cervicale.
- Traumi: Un colpo diretto al collo o un movimento brusco e violento della testa (come quelli che possono verificarsi in incidenti automobilistici o durante attività sportive) possono causare la rottura o lo spostamento dei dischi cervicali.
- Sollevamento pesi: Sollevare oggetti molto pesanti o farlo in modo scorretto può esercitare una pressione eccessiva sulla colonna vertebrale, contribuendo alla comparsa dell’ernia cervicale.
- Postura scorretta: Mantenere posture scorrette per lunghe ore, specialmente se associate all’uso prolungato di computer o dispositivi mobili, può aumentare lo stress sui dischi cervicali.
- Fattori genetici: Esiste anche una predisposizione ereditaria all’ernia cervicale; individui con familiari affetti da problemi simili alla colonna vertebrale potrebbero avere una maggiore probabilità di sviluppare questa condizione.
- Stile di vita sedentario: La mancanza di attività fisica regolare può contribuire al deperimento delle strutture spinali, inclusi i dischi intervertebrali, rendendo più probabile l’insorgenza dell’ernia cervicale.
I diversi tipi di ernia cervicale
Abbiamo visto che questa patologia origina dalla degenerazione o dall’usura dei dischi intervertebrali nella regione cervicale della colonna vertebrale. Ma quanti tipi di ernia cervicale esistono e quali ne sono le conseguenze?
Per comprendere meglio, è essenziale sapere che l’ernia cervicale può essere classificata principalmente in base alla posizione che assume rispetto al midollo spinale e alle radici nervose. Le ernie cervicali principali sono: l’ernia foraminale e l’ernia mediana.
- Ernia Foraminale: Questo tipo di ernia si verifica quando il materiale discale fuoriesce lateralmente verso il forame intervertebrale, ovvero lo spazio attraverso cui passano le radici nervose. L’ernia foraminale è più frequente e tende a causare dolore radicolare poiché comprime direttamente una radice nervosa, provocando sintomi che possono irradiarsi lungo il percorso del nervo interessato.
- Ernia Mediana: L’ernia mediana, invece, si verifica quando il materiale discale sporge direttamente all’indietro nel canale spinale. Questa tipologia può essere più pericolosa poiché ha il potenziale di comprimere il midollo spinale stesso o più radici nervose contemporaneamente. I sintomi possono variare notevolmente a seconda dell’entità della compressione e possono includere, oltre al dolore cervicale, alterazioni della sensibilità o della forza negli arti superiori.
- Ernia Paramediana (o Laterale): Si ha quando l’ernia discale si verifica lateralmente rispetto alla linea mediana della colonna vertebrale, potrebbe non comprimere direttamente il midollo spinale ma può ancora interessare le radici nervose a seconda della sua dimensione e posizione.
Esistono poi variazioni e sottoclassificazioni basate su fattori specifici come la dimensione dell’ernia o la sua esatta localizzazione e/o ulteriori aspetti. Tra le ernie discali cervicali si distinguono ad esempio l’ernia molle dall’ernia dura. Le ernie molli sono quelle in cui si ha una semplice erniazione del nucleo polposo. Nel secondo caso, invece, si parla di ernie molli perché in seguito all’erniazione del nucleo polposo si è avuta una degenerazione dello stesso ad uno stato quasi calcifico associata ad osteofitosi dei corpi vertebrali.
La diagnosi dell’ernia cervicale
La diagnosi dell’ernia cervicale inizia solitamente con un’anamnesi dettagliata e un esame fisico approfondito. Il medico indagherà sulla natura e sulla durata dei sintomi presentati dal paziente, oltre a eseguire test per valutare la forza muscolare, i riflessi e la sensibilità nelle aree interessate. Questi passaggi iniziali sono cruciali per orientare le successive indagini diagnostiche.
In molti casi, per confermare la diagnosi di ernia cervicale e valutarne l’estensione, sarà necessario ricorrere a metodiche di imaging. La risonanza magnetica (RM) è considerata lo standard di riferimento poiché fornisce immagini dettagliate dei dischi intervertebrali e delle strutture nervose, permettendo così di identificare con precisione la presenza e la posizione dell’ernia. In alternativa, o in aggiunta, può essere utilizzata la tomografia computerizzata (TC), specialmente se si sospetta una componente ossea della patologia o se la RM non è disponibile o controindicata.
In casi selezionati, potrebbe essere indicato anche l’esame elettrodiagnostico come l’elettromiografia (EMG), che misura l’attività elettrica dei muscoli, fornendo informazioni sulla funzionalità delle radici nervose potenzialmente interessate dall’ernia.
Una volta posta la diagnosi di ernia cervicale attraverso questi strumenti, il medico può proporre il trattamento più adeguato alle specifiche esigenze del paziente. È importante ricordare che una diagnosi tempestiva può migliorare significativamente l’efficacia del trattamento, riducendo il rischio di complicazioni a lungo termine. Pertanto, di fronte ai primi sintomi suggestivi di un’ernia cervicale, è consigliabile consultare un professionista sanitario senza indugi.
Quali sono le cure per l’ernia cervicale
Le opzioni terapeutiche variano a seconda della gravità dei sintomi e della specifica situazione del paziente. Tra le cure non chirurgiche più comuni troviamo:
- Farmacoterapia: l’utilizzo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) può aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione. In alcuni casi, possono essere prescritti anche rilassanti muscolari o farmaci antiepilettici per controllare il dolore neuropatico.
- Fisioterapia: esercizi mirati possono migliorare la flessibilità del collo e la forza dei muscoli supportivi, alleviando così i sintomi associati all’ernia cervicale. La trazione cervicale, una tecnica che applica una forza delicata per distendere il collo, può anche essere utile.
- Iniezioni epidurali di corticosteroidi: queste iniezioni possono ridurre l’infiammazione intorno ai nervi coinvolti, offrendo sollievo dal dolore per periodi variabili.
Quando le cure conservative non portano al miglioramento sperato o se l’ernia è particolarmente grave, può essere considerato un approccio chirurgico.
La scelta della cura più adatta dipende da molti fattori, inclusa la gravità dei sintomi e l’impatto sulla qualità di vita del paziente. È importante consultare un medico specializzato in disturbi della colonna vertebrale per una valutazione accurata e per discutere il piano terapeutico più adatto. Ricordiamo che ogni individuo è unico, e ciò che funziona per uno potrebbe non essere efficace per un altro.
In aggiunta alle cure mediche, apportare cambiamenti allo stile di vita può giocare un ruolo cruciale nella gestione dell’ernia cervicale.
Un approccio multidisciplinare che combina trattamenti medici, fisioterapia e modifiche dello stile di vita offre le migliori prospettive di successo nel lungo termine. La chiave sta nel rimanere proattivi nella gestione della propria salute e nel seguire attentamente le raccomandazioni del proprio team sanitario.
Come viene eseguito l’intervento chirurgico per l’ernia del disco cervicale
L’intervento chirurgico per l’ernia del disco cervicale rappresenta una soluzione terapeutica adottata in casi selezionati, quando i trattamenti non invasivi non hanno sortito l’effetto desiderato o quando si presentano sintomi gravi come deficit neurologici. Questo tipo di procedura mira a rimuovere il disco danneggiato che sta comprimendo le radici nervose o il midollo spinale nella regione cervicale, alleviando così il dolore e migliorando la funzionalità.
Esistono diverse tecniche chirurgiche per affrontare l’ernia cervicale, tra cui la discectomia cervicale anteriore e fusione (ACDF) e la sostituzione del disco cervicale (CDR). La scelta dell’approccio dipende da vari fattori, inclusi la posizione e la dimensione dell’ernia, oltre alle condizioni generali del paziente.
La discectomia cervicale anteriore e fusione (ACDF) è una delle tecniche più comuni. Il chirurgo effettua un piccolo taglio nel lato anteriore del collo per accedere alla colonna vertebrale cervicale. Dopo aver rimosso il disco erniato, si può procedere con la fusione vertebrale, inserendo un innesto osseo o un dispositivo simile al posto del disco rimosso per stabilizzare le vertebre.
La sostituzione del disco cervicale (CDR), invece, prevede la rimozione del disco danneggiato seguita dall’inserimento di una protesi artificiale che mima la funzionalità del disco naturale. Questo approccio mira a preservare il movimento della colonna vertebrale e ridurre il rischio di degenerazione dei dischi adiacenti, problema comune dopo la fusione.
Entrambi gli interventi sono eseguiti sotto anestesia generale e richiedono un ricovero ospedaliero. Il recupero varia da persona a persona e comprende riposo, fisioterapia ed eventualmente l’utilizzo di supporti cervicali temporanei.
È fondamentale discutere con il proprio medico le opzioni disponibili, i potenziali benefici e i rischi associati a ciascun tipo di intervento per fare una scelta informata riguardo al trattamento dell’ernia cervicale.
L’importanza della prevenzione dell’ernia cervicale
Nell’era moderna, dove la sedentarietà e l’uso prolungato di dispositivi elettronici sono all’ordine del giorno, la prevenzione dell’ernia cervicale diventa un tema di fondamentale importanza per preservare il benessere e la qualità della vita.
La prevenzione primaria si basa sull’adozione di un corretto stile di vita che include attività fisica regolare, postura adeguata durante le attività quotidiane e l’utilizzo ergonomico dei dispositivi tecnologici. L’esercizio fisico, soprattutto quello mirato al rinforzo della muscolatura del collo e delle spalle, è cruciale per mantenere l’equilibrio muscolare necessario a supportare adeguatamente la colonna vertebrale cervicale.
Un altro aspetto chiave nella prevenzione dell’ernia cervicale è rappresentato dall’ergonomia sul posto di lavoro e nelle abitazioni. L’adozione di sedie appropriate, l’aggiustamento dell’altezza e della posizione dello schermo del computer e l’utilizzo di supporti per mantenere una postura corretta possono ridurre significativamente il rischio di sviluppare patologie cervicali.
Inoltre, è essenziale incoraggiare le persone a effettuare controlli periodici con professionisti sanitari per valutare lo stato di salute della colonna vertebrale e intervenire tempestivamente in caso di sintomi.
La prevenzione dell’ernia cervicale rappresenta un investimento nel lungo termine per la propria salute. Con semplici misure preventive ed educative è possibile ridurre notevolmente il rischio di sviluppare questa fastidiosa condizione, garantendo così una migliore qualità della vita e benessere generale.