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Sincope vasovagale: cosa la provoca e come gestirla

Perdere brevemente coscienza e poi riprendersi spontaneamente. È mai capitato a te, a un’amica o a un familiare? Potrebbe trattarsi di sincope vasovagale, dovuta a un’alterazione dell’attività del nervo vago. 

Vediamo insieme come riconoscerne i sintomi, perché si sviene e come evitarlo.

Che cos’è la sincope vasovagale e a cosa è dovuta

La sincope vasovagale è una breve perdita di coscienza, in genere di qualche secondo o pochi minuti, in cui il paziente perde improvvisamente il controllo del proprio corpo. Gli svenimenti non sono considerati un evento negativo, ma reazioni messe in atto dal nostro organismo per proteggere il cuore da un pericoloso sovraccarico.

Le sincopi interessano con maggiore frequenza pazienti di età giovane e la sua frequenza varia da persona a persona. Nei casi più gravi, può incidere sulla qualità della vita, soprattutto quando non si è ancora consapevoli della patologia e di come affrontarla.

La crisi vasovagale – o riflesso vasovagale – può sopraggiungere per motivi diversi:

  • una forte emozione – dovuta a dolore per un infortunio, spavento durante un prelievo del sangue, sorpresa per una notizia inaspettata;
  • una prolungata posizione eretta nell’arco della giornata;
  • una o più cause non identificate o direttamente riconducibili alla sincope, per esempio stress cronico.

Da un punto di vista fisiologico, ciò che accade è un abbassamento improvviso della pressione arteriosa, che inibisce il sistema simpatico, e una riduzione della frequenza cardiaca, dovuta a un aumento del tono vagale. Queste due reazioni alterano la distribuzione dell’ossigeno nei tessuti cerebrali, inducendo il mancamento.

Come si manifesta una crisi vagale e come affrontarla

Avere gli strumenti per affrontare una crisi vagale vuol dire riconoscerne i sintomi e mettersi al sicuro con prontezza. Potrebbe accadere ovunque: mentre si fa la doccia, mentre si guida, sul posto di lavoro, con conseguenze potenzialmente spiacevoli.

Ecco quindi le manifestazioni più comuni registrate tra i pazienti che possono aiutarci a identificare una imminente crisi vagale:

  • vertigini;
  • nausea;
  • pallore;
  • giramenti di testa;
  • formicolio agli arti superiori e inferiori;
  • problemi alla vista;
  • tachicardia;
  • sudorazione eccessiva;
  • senso di svenimento.

Cosa si può fare quando si manifestano i sintomi della sindrome vasovagale? Se la condizione fisiologica lo consente, la prima cosa è chiedere aiuto per ricevere la giusta assistenza nei minuti di incoscienza. Il secondo passo è stendersi o sedersi con la testa tra le ginocchia per evitare brutte cadute.

In questa fase prodromica, gli specialisti suggeriscono alcune micro-attività di contropressione isometrica, per aumentare la pressione arteriosa:

  • stringere forte un oggetto tra le mani;
  • stringere le mani l’una nell’altra e tendere le braccia verso l’esterno esercitando più forza possibile; 
  • incrociare le gambe, contraendo i muscoli di gambe e addome.

Queste precauzioni potrebbero prevenire lo svenimento (lipotimia) o ridurne la durata, velocizzando anche la totale ripresa di coscienza del paziente, che può tornare alle sue attività quotidiane con le dovute precauzioni.

Quali esami svolgere per una diagnosi di sindrome vasovagale

Rivolgersi al proprio medico anche dopo un solo episodio di sincope, permette di attivare l’iter di accertamenti previsti dalla prassi. Le sincopi sono adducibili a più cause, per esempio malattie metaboliche, cardiologiche o neurologiche. Ecco perché, per isolare una diagnosi di sindrome vasovagale i medici consigliano un check-up completo che escluda fattori più gravi.

Dopo un esame obiettivo del medico di base o di uno specialista, come un neurologo o un cardiologo, si passa alle analisi strumentali in cui rientrano:

  • esami ematologici;
  • elettrocardiogramma (ECG);
  • ecocolordoppler cardiaco;
  • in alcuni casi, holter cardiaco ECG delle 24 ore;
  • oppure Tilt test, per valutare il comportamento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca mentre il paziente è disteso su un lettino inclinato a 60°-70°. 

Dopo la ricezione dei risultati il medico valuterà se gli esami sono sufficienti o se è necessario procedere con ulteriori accertamenti.

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