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Come affrontare la pubalgia: sintomi, cause, diagnosi, cura e validi consigli per la prevenzione

Se avverti un dolore al pube o all’area inguinale, con possibile irradiamento all’addome inferiore, ai testicoli o alle cosce, è probabile tu sia affetto da una pubalgia.

Con il termine pubalgia vengono indicate diverse algie (dolori localizzati), ciascuna con vari gradi di intensità, ma tutte in grado di incidere negativamente sulla vita quotidiana di chi ne è affetto.

In questo articolo ti aiuteremo a capire come riconoscere e curare la pubalgia, riducendo da subito i fastidi. Ti forniremo, inoltre, alcuni utili consigli per prevenire la ricomparsa del dolore.

Prima di scoprire come riconoscerla ed affrontarla, vediamo insieme cos’è la pubalgia.

La pubalgia è una condizione dolorosa determinata da un’infiammazione della sinfisi pubica e/o delle inserzioni muscolo-tendinee sull’osso pubico, dell’area inguinale o dell’interno coscia. La muscolatura coinvolta è quella degli adduttori (pettineo, gracile, adduttore breve, adduttore lungo e grande adduttore) e del retto addominale. È una patologia da sovraccarico, comune soprattutto tra gli atleti (particolarmente tra chi pratica calcio, rugby, hockey o tennis) ma non infrequente in soggetti non sportivi. [Cfr. Pubalgia su Wikipedia]

Pubalgia sintomi da cui riconoscerla

La pubalgia è caratterizzata da dolore e riduzione o impotenza funzionale. Il dolore è di tipo muscolo tendineo all’inguine, che spesso di irradia verso l’addome inferiore, la coscia interna o i testicoli nei maschi. Il dolore solitamente peggiora con il movimento, specialmente se si effettuano movimenti bruschi.

Altro sintomo della pubalgia è la sensazione di debolezza nell’area dell’inguine. Le persone affette da pubalgia possono avvertire una mancanza di forza o stabilità nella zona dell’inguine durante l’esecuzione di determinati movimenti, come alzarsi da una sedia o sollevare oggetti pesanti.

Chi è affetto da pubalgia spesso avverte la sensazione di un non completo svuotamento della vescica con conseguente stimolo ad urinare, anche quando la vescica è completamente vuota (tenesmo vescicale).

Pubalgia Sintomi

Pubalgia sintomi in breve:

  • dolore al pube o all’inguine;
  • dolore che regredisce a riposo e aumenta in movimento;
  • mancanza di forza e stabilità;
  • tenesmo vescicale.

Quali sono le cause della pubalgia?

La pubalgia può essere determinata da numerose cause, tra le principali possiamo indicare:

  • sforzo eccessivo dei muscoli adduttori della coscia e degli addominali unitamente a ripetuti microtraumi;
  • eventi traumatici a carico del bacino o del ginocchio;
  • problemi articolari congeniti o dovuti a patologie degenerative;
  • patologie o traumi del piede e della gamba;
  • alterazioni della curva naturale della colonna vertebrale;
  • alterazioni della muscolatura addominale post intervento chirurgico;
  • sovraccarico della muscolatura addominale dovuto a vizi posturali;
  • calzature inadeguate;
  • malocclusione dentale.

Lo stress può causare la pubalgia?

Lo stress non causa direttamente la pubalgia, ma può contribuire al suo sviluppo o aggravamento. Lo stress può influire sul corpo in molti modi, tra cui l’aumento della tensione muscolare. Quando siamo stressati, i muscoli tendono a contrarsi e a restare in uno stato di tensione costante. Questo può mettere ulteriore pressione sulla regione pubica e sui muscoli addominali, aumentando il rischio di sviluppare la pubalgia o peggiorando i sintomi già presenti.

Inoltre, lo stress può influire negativamente sul nostro sistema immunitario, rendendoci più suscettibili a infezioni o infiammazioni, come la pubalgia.

Pubalgia femminile in gravidanza (sindrome dell’anello pubico o sindrome di Lacomme)

Pubalgia in gravidanza

Nel corso della gravidanza il corpo della donna subisce una serie di trasformazioni sia di origine meccanica (in conseguenza dell’accrescimento del feto che ormonale (legate al rilascio della relaxina). Queste trasformazioni sono necessarie a per far si che il corpo si adatti alla crescita del feto e si prepari al parto. In talune circostanze questi fenomeni possono determinare l’insorgenza di una pubalgia.

In sostanza, tanto l’accrescimento del feto che il rilascio dell’ormone relaxina(che, rendendo le articolazioni maggiormente mobili per preparare il bacino al parto, può determinare lassità della sinfisi pubica) possono causare un allontanamento delle superfici articolari (c.d. diastasi) e conseguente dolore alla sinfisi pubica.

La pubalgia nella donna in gravidanza, oltre che dal dolore localizzato nell’area pubica e nell’interno coscia, è caratterizzata spesso anche da mal di schiena.

Quanti sono i tipi di pubalgia?

Anatomia zona pubica

Esistono tre diversi tipi di pubalgia, ciascuno caratterizzato da tre livelli di intensità:

  1. Tendinopatia inserzionale dei muscoli adduttori e addominali. Un’eccessiva sollecitazione dei muscoli adduttori ed addominali genera micro traumi ripetuti che inducono uno stato di infiammazione e alterazioni della normale funzionalità. Se l’infiammazione si cronicizza, le microcalcificazioni possono determinare anche una modifica strutturale delle articolazioni.
  2. Sindrome sinfisaria o osteo-artropatia pubica. Negli sportivi, in chi esercita particolari lavori o in chi è indotto per costituzione o da pregressi traumi, un sovraccarico da iper-sollecitazioni ripetute determina artrosi della sinfisi pubica. I sintomi tipici di questo tipo di pubalgia sono il dolore pubico accentuato dai movimenti in cui si fa perno su un arto. Una sottospecie di questa pubalgia è la citata sindrome dell’anello pubico o sindrome di Lacomme, tipica delle donne in gravidanza.
  3. Sindrome della guaina del retto femorale (sindrome del nervo perforante del retto addominale nel calciatore). Questo tipo di pubalgia è di origine traumatica ed è dovuta ad una microlesione della fascia superficiale addominale che determina uno stiramento e la successiva compressione del nervo perforante.

Ciascuna delle tipologie di pubalgia che abbiamo esaminato viene classificata in base all’intensità dei sintomi:

Grado della pubalgiaDolorePerdita forza e funzionalitàAltro
1lievelieve
2moderatoda lieve a moderatadanni tissutali
3severoseverarottura muscolare

Come distinguere la pubalgia inguinale dall’ernia inguinale?

Pur rappresentando patologie diverse, nei sintomi pubalgia ed ernia inguinale possono presentare manifestazioni simili. Diversamente, per le cause pubalgia ed ernia differiscono radicalmente: mentre la pubalgia è generalmente causata da uno stress ripetitivo sui muscoli e/o sugli arti inferiori, l’ernia inguinale è causata da una debolezza nella parete addominale, attraverso cui un organo o del tessuto sporgono nell’area dell’inguine.

Inoltre, i sintomi della pubalgia tendono a peggiorare con l’attività fisica e migliorano con il riposo, mentre i sintomi dell’ernia inguinale possono essere costanti o peggiorare durante gli sforzi.

Durante la visita specialistica il medico escluderà la presenza di un’ernia inguinale grazie alla palpazione. La diagnosi potrà essere confermata mediante l’esecuzione di un’ecografia inguinale.

Chi colpisce di più la pubalgia uomo o donna?

La pubalgia può colpire persone di tutte le età, sia che svolgano o non svolgano attività fisica, sebbene sia più comune negli atleti e in coloro che praticano sport ad alto impatto. Questa condizione può presentarsi sia negli uomini che nelle donne, anche se sembra essere più frequente la pubalgia maschile

Una delle ragioni per cui sono più colpiti gli uomini può essere individuata nella loro maggiore debolezza strutturale nell’area interessata da questa patologia. Nelle donne, infatti, l’attacco del muscolo retto dell’addome sulla sinfisi pubica è più robusto ed investe una superficie maggiore.

Pubalgia diagnosi con visita medica ed esami strumentali

Lo specialista medico che esegue la diagnosi di una pubalgia è il fisiatra o l’ortopedico. Dopo l’anamnesi, ossia la raccolta dettagliata delle informazioni che riguardano il paziente, lo specialista esegue l’esame obiettivo generale.

Durante l’esame obiettivo il medico palpa attentamente l’area inguinale e la regione pubica alla ricerca di punti sensibili al dolore, chiedendo al paziente di eseguire determinati movimenti per meglio valutare i sintomi.

Lo specialista esegue la palpazione anche per verificare che il paziente non sia affetto da un’ernia inguinale.

Per poter disporre di un quadro più completo e conoscere il grado della patologia, lo specialista può prescrivere i seguenti esami diagnostici strumentali:

  • Radiografia del bacino. Questo esame è utile per comprendere se vi siano delle fratture o alterazioni dell’osso pubico, nonché per indagare bacino e femore. 
  • Ecografia. Grazie a questo esame sarà possibile escludere la presenza di un’ernia inguinale ed evidenziare infiammazioni ed ematomi. 
  • Risonanza magnetica. Si tratta di un esame che consente di studiare dettagliatamente le condizioni delle strutture ossee e dei tessuti molli (muscoli e tendini, etc.) ed è dunque considerato l’esame più adatto per comprendere l’esatta natura e lo stadio di gravità della pubalgia.

Dove eseguire gli esami diagnostici per la pubalgia?

Se devi eseguire degli esami diagnostici per la pubalgia, puoi prenotarli presso il centro diagnostico Medical Imaging, a Caserta. Puoi compilare il form sulla pagina dedicata del sito, contattare il centralino al numero 0823.843087, oppure presentarti agli sportelli dei nostri centri dal lunedì al venerdì, dalle 08:00 alle 19:00. 

Come si cura la pubalgia?

Nelle prime fasi della pubalgia, al fine di ridurre infiammazione e dolore, è fondamentale il riposo. Per gli atleti, specialmente i professionisti, appena la regressione sintomatologica lo renderà possibile, sarà predisposto da medico, terapista e tecnico un programma per gestire attivamente il periodo di recupero.

Per lenire i dolori della pubalgia saranno utili la crioterapia (impacchi freddi) e la somministrazione di antiinfiammatori ad uso locale.

Il passo successivo per il pieno recupero dalla pubalgia sono le sedute di fisioterapia, durante le quali si eseguono tecniche di massoterapia e si impiegano apparecchiature elettromedicali come tecar e laser. Entrambi gli strumenti consentono di aumentare l’ossigenazione dei tessuti e di favorire la circolazione linfatica, svolgendo un’azione analgesica ed antinfiammatoria e favorendo una più rapida guarigione.

Grazie alle onde d’urto sarà possibile ripristinare il normale afflusso di sangue nelle zone infiammate e favorire il riassorbimento di eventuali calcificazioni.

Qualora la patologia si presenti particolarmente resistente, potranno essere utili delle infiltrazioni di anestetico locale e di cortisone.

Soprattutto quando la sintomatologia è cronica (dura cioè oltre i tre mesi) si procede con un programma per il rinforzo della muscolatura, che prevede:

  • lo streching di tutti i muscoli interessati;
  • la tonificazione del retto muscolare (es. sit up su panca);
  • il rinforzo degli adduttori della coscia (es. esercizi combinati come sumo squat e affondi laterali);
  • il rinforzo degli addominali.

Fondamentale è anche una riabilitazione propriocettiva al fine di potenziare l’equilibrio, imparare a calibrare la forza muscolare e rendere più stabile la postura.

Esercizi per la pubalgia

Per il dolore da pubalgia medicinali antinfiammatori e riposo possono non essere sufficienti

Per trattare la pubalgia, possono essere prescritti diversi farmaci, in base alla gravità dei sintomi e alle specifiche esigenze del paziente.

  • Anti-infiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene e il naprossene, sono esempi di FANS che vengono solitamente utilizzati nelle prime fasi della pubalgia.
  • Analgesici, come il paracetamolo, possono essere prescritti per alleviare il dolore causato dalla pubalgia.
  • Miorilassanti. Questi farmaci aiutano a ridurre la rigidità e la tensione muscolare e vengono spesso prescritti in associazione ad anti infiammatori ed analgesici, favorendo una più rapida guarigione.
  • Steroidi. Quando gli altri farmaci non producono i risultati desiderati, possono essere prescritti corticosteroidi. Questi farmaci riducono l’infiammazione e il dolore e possono essere somministrati tramite iniezione diretta nella zona interessata.

È importante sottolineare che una terapia farmacologica per il trattamento della pubalgia deve essere sempre prescritta da uno specialista medico, evitando l’automedicazione o l’uso prolungato di farmaci senza la supervisione medica.

Cosa succede se non si cura la pubalgia?

Specialmente in chi pratica attività sportiva da amatore, è frequente la tendenza a ritardare gli accertamenti necessari a valutare la natura e il grado di un infortunio. Capita così che un runner, ad esempio, continui a correre per settimane in costanza di una patologia muscolo tendinea, nella vana speranza che il problema si risolva da sè.

Ritardare la diagnosi ed il tempestivo trattamento di qualunque fastidio, salvo non si tratti delle naturali conseguenze dei processi di adattamento corporeo all’allenamento, non è mai una scelta saggia.

Nel caso specifico della pubalgia, poi, non intervenire tempestivamente può condurre ad un peggioramento dei sintomi e causare complicazioni a lungo termine come la pubalgia cronica.

Quando è necessario ricorrere all’intervento chirurgico per curare la pubalgia?

Quando la pubalgia diventa cronica e nessuna terapia riesce a far regredire la patologia, lo specialista può consigliare di sottoporsi ad un intervento chirurgico. L’intervento ha un’elevata percentuale di successo (intorno al 90%) e assicura una totale regressione della pubalgia.

Il chirurgo procede con tecnica mini-invasiva alla riparazione e al rinforzo delle strutture interessate. Solitamente l’intervento ha una durata di 45 minuti (90 minuti se il problema è bilaterale).

Quanto dura la pubalgia?

La durata della pubalgia può variare da persona a persona e dipende da diversi fattori. In generale, la pubalgia può durare da alcune settimane a diversi mesi. Per velocizzare la guarigione è importante consultare subito uno specialista medico, che elaborerà un piano personalizzato per il trattamento della pubalgia.

Come prevenire la pubalgia?

Ecco alcuni suggerimenti utili per prevenire l’insorgenza della pubalgia ed evitare le recidive,specialmente in chi pratica attività sportive:

  1. Riscaldamento adeguato: prima di qualsiasi attività fisica, assicurati di fare un riscaldamento adeguato per preparare i muscoli. Ciò può includere stretching dinamico, esercizi di mobilità e attivazione muscolare.
  2. Allenamento equilibrato: evita di enfatizzare troppo un solo gruppo muscolare durante l’allenamento. Assicurati di lavorare in modo equilibrato su tutti i gruppi muscolari coinvolti nell’attività che stai svolgendo. Un allenatore esperto può aiutarti a creare un programma di allenamento bilanciato.
  3. Tieni sotto controllo l’intensità: evita di aumentare improvvisamente l’intensità dell’allenamento o di fare sforzi eccessivi senza una progressione graduale. Prenditi il tempo necessario per adattare il tuo corpo all’aumento dello sforzo fisico.
  4. Correggi la tecnica: se sei coinvolto in uno sport o in un’attività che richiede movimenti specifici, assicurati di imparare e applicare correttamente la tecnica appropriata. Un movimento scorretto può mettere una maggiore pressione sui muscoli dell’inguine, aumentando il rischio di pubalgia.
  5. Utilizza attrezzature adeguate: assicurati di utilizzare attrezzature adeguate alle tue esigenze e che siano ben adattate al tuo corpo. Scarpe da corsa sbagliate, ad esempio, possono influire sulla tua postura e sulla distribuzione del peso corporeo, aumentando il rischio di lesioni.
  6. Ascolta il tuo corpo: se avverti dolore o fastidio nella zona inguinale, non ignorarlo. Fermati immediatamente e consulta un medico per una valutazione accurata e un trattamento appropriato.

L’importanza di una corretta postura per prevenire e curare la pubalgia

L’assunzione di una postura corretta, che riduca lo stress e la tensione sui muscoli addominali e sulla regione inguinale, può svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento della pubalgia.

  1. Evitare di stare seduti o in piedi per lunghi periodi di tempo. È consigliabile fare pause frequenti e alternare la posizione.
  2. Assicurarsi di mantenere una buona postura quando si è seduti o in piedi. La schiena dovrebbe essere dritta e le spalle rilassate.
  3. Durante la seduta, si può utilizzare un cuscinetto lombare o una sedia ergonomica per fornire ulteriore supporto alla zona lombare.
  4. Evitare di tenere le gambe incrociate stando seduti poiché questa posizione può mettere tensione sulla regione inguinale.
  5. Quando ci si alza da una posizione seduta, farlo in modo graduale e senza scatti improvvisi.
  6. Durante l’attività fisica, prestare attenzione alla tecnica corretta e adottare posizioni che minimizzino l’impatto sulla zona pubica.
  7. Utilizzare un materasso adeguato durante il riposo notturno per mantenere una posizione anatomica corretta della colonna vertebrale.
  8. Effettuare regolarmente esercizi di rinforzo muscolare del core e degli adduttori per mantenere l’equilibrio muscolare ed evitare lo stress eccessivo sulla regione inguinale.

Quale dieta è consigliata in caso di pubalgia?

Non esiste una specifica dieta per la pubalgia, tuttavia è possibile seguire un regime alimentare che aiuti a contrastare l’infiammazione pubica e l’acidosi associata al dolore.

Ugualmente importante è il controllo dell’apporto calorico nel periodo di riposo forzato, per evitare che un aumento di peso possa far peggiorare i sintomi allungando i tempi del recupero.

Per quanto detto, appare corretto preferire agli alimenti ad alto contenuto di grassi saturi, zuccheri raffinati e sale, in quanto tali cibi possono promuovere l’infiammazione e favorire il guadagno di peso, il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre, che possono contribuire a ridurre l’infiammazione e favorire la guarigione.

Alcuni alimenti e integratori possono anche fornire sostanze nutritive benefiche per la salute delle articolazioni e dei muscoli, come acidi grassi omega-3 (presenti nel pesce, nelle noci e nelle semi di lino), vitamina C (presente negli agrumi, nelle fragole e nel kiwi) e vitamina E (presente nelle noci, nell’avocado e negli oli vegetali).

E’ inoltre sempre corretto mantenere un adeguato equilibrio idrico per sostenere la corretta funzionalità muscolare e articolare, bevendo a sufficienza, preferibilmente acqua, per evitare la disidratazione.