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Vuoti di memoria: perché accadono e quando preoccuparsi 

Quante volte ti è capitato di non ricordare un’informazione, avere una parola sulla punta della lingua o dimenticare cosa stavi cercando? Si tratta di vuoti di memoria, perdita temporanea di ricordi, che colpisce tutti, soprattutto in periodi stressanti.

Quando bisogna preoccuparsene e come fare a riconoscere i campanelli d’allarme di un problema più grave? Ecco le risposte per aiutarti a capirlo.

Cosa sono i vuoti di memoria

I vuoti di memoria sono brevi o prolungati lassi di tempo in cui il nostro cervello non riesce a ricordare informazioni che la persona conosce e conserva. Una data di nascita, un numero di telefono, nomi di amici o familiari, eventi recenti o passati.

I vuoti di memoria hanno tanti sinonimi, esempi sono buchi di memoria, amnesie temporanee, dimenticanze frequenti, difficoltà di memoria. Tutte queste espressioni indicano anomalie nella nostra capacità di ricordare da ricondurre a cause diverse in ogni paziente.

Per comprendere meglio come funziona la memoria, iniziamo distinguendo due tipologie: 

  • la memoria a breve termine, trattiene informazioni da poco acquisite che non sono destinate a restare nel tempo. Un esempio? Le pietanze della cena consumata il giorno prima o la to-do list di una giornata lavorativa;
  • la memoria a lungo termine, invece, è destinata a conservare informazioni importanti per l’individuo: la strada per andare in ufficio, l’università frequentata, la composizione del nucleo familiare.

I piccoli vuoti di memoria interessano soprattutto la memoria a breve termine, mentre lasciano inalterate le capacità collegate alla memoria a lungo termine. Chi ha spesso amnesie transitorie può continuare ad apprendere nuove abilità, come imparare una nuova lingua, imparare a suonare un nuovo strumento musicale, svolgere una nuova disciplina artistica.

Diverso è, invece, quando si tratta di dimenticanze che impattano sulla memoria a lungo termine, collegate a traumi o patologie con deterioramento cognitivo. Esempi sono Demenza senile e Alzheimer.

Vuoti di memoria cause più comuni e perché si verificano

I buchi di memoria sono spie di potenziali problematiche legate a stili di vita che incidono sulla salute del nostro cervello, ma non escludono segnali riconducibili a patologie cognitive. Ecco perché, per individuare le vere cause, è importante fare un’attenta analisi della storia clinica del paziente. 

Di seguito, ti elenchiamo i fattori scatenanti più comuni. 

Cause non patologiche del vuoto di memoria

  • ritmi di vita serrati;
  • più attività svolte contemporaneamente, che sovraccaricano le capacità cognitive; 
  • stress dovuto a problematiche personali o lavorative; 
  • frequenti stati di ansia;
  • mancanza di concentrazione;
  • il doorway effect; 
  • un dolore acuto.

Queste cause si collegano alla difficoltà di costruire un percorso mnesico, non riconducibile ad alcun disturbo di memoria. Un esempio? Dimenticare il pin dello smartphone.

Cause più gravi del vuoto di memoria

  • danni celebrali in corso;
  • ischemia delle aree del cervello deputate alla memoria;
  • trauma cranico;
  • depressione;
  • ansia cronica;
  • principi di demenza e Alzheimer.

In questi casi, le difficoltà di memoria sono legate a patologie in corso o in sviluppo e, spesso, associate anche ad altri sintomi che richiedono il consulto immediato di un medico specialista.

Cosa fare quando si hanno vuoti di memoria?

Se i vuoti di memoria sono saltuari e legati ai ricordi di breve termine, non allarmarti. Capita a tutti di affrontare periodi estremamente stressanti, in cui si è sovraccarichi di problemi e di preoccupazioni. 

In questi casi, ti consigliamo di fare attenzione agli episodi di buchi di memoria: quante volte capitano, quali informazioni non ti sovvengono, in che frangente. Così da poter effettivamente tenere un diario degli episodi e capire in quali momenti della vita sono più frequenti.

Quando, invece, i vuoti di memoria riguardano ricordi a lungo termine e iniziano a impattare sulla qualità della vita – dal lavoro, alla famiglia, alla capacità di compiere le azioni quotidiane a cui sei abituato – ti consigliamo di rivolgerti a un neurologo, il medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento delle patologie cognitive

Leggi anche: Che differenza c’è tra neurologo e psichiatra.

Quali esami fare per la memoria?

Il primo step per una diagnosi di disturbi della memoria è una visita neurologica, per valutare l’effettiva presenza di sintomi riconducibili a malattie neurodegenerative o cognitive.

Vuoti di memoria occasionali non sono un vero e proprio campanello d’allarme, ma tenerli d’occhio e consultare un medico se diventano più frequenti è un primo passo anche nella prevenzione.

Il neurologo può consigliarti attività, esercizi e uno stile di vita da seguire per migliorare la tua memoria e tenerla allenata nel tempo.

Nei casi in cui siano necessari ulteriori accertamenti, esami da svolgere per la memoria sono: 

  • esami ematochimici per valutare rischi di malattie genetiche, infettive o metaboliche; 
  • test neuropsicologici per valutare le funzioni cognitive;
  • risonanza magnetica encefalo (RMN), per verificare la presenza di eventuali danni alle strutture deputate alla memoria e alle attività cognitive.

Curiosità: perché a volte non vengono in mente le parole

Ti è già successo di avere una parola sulla punta della lingua ma non riuscire a ricordarla? È un fenomeno comune, soprattutto nei bambini, chiamato disnomia, cioè l’incapacità di pronunciare un termine in un discorso, perché non lo si ricorda. 

Anche in questo caso, l’effettiva presenza del disturbo viene diagnosticata nei casi di ripetizione continua del fenomeno. Oltre alla frequenza, soprattutto nei soggetti di età adulta, la disnomia è associata a epilessia temporale, episodi di confusione mnemonica o isteria, oppure in persone sotto l’effetto di sostanze allucinogene.

Anche lo stress emotivo può contribuire a queste dimenticanze: un esempio su tutto l’ansia che colpisce i ragazzi prima di un esame scolastico.

Nei bambini, la disnomia – o difficoltà di accesso lessicale – è associata a disturbi del linguaggio o dell’apprendimento, come la dislessia. Una corretta terapia logopedica o un percorso psicologico possono essere risolutivi in molti casi.

Visita neurologica per problemi di memoria a Caserta

In provincia di Caserta, rivolgiti alla Polisanitaria Iodice – Medical Imaging di Curti, in cui puoi eseguire tutti gli esami legati alla perdita di memoria. Inizia con un consulto neurologico, prenotabile telefonicamente allo 0823 84 30 87 dal lunedì al venerdì, dalle 08:00 alle 19:00, oppure online nella pagina dedicata del sito.